Domenica 8 settembre, presso la parrocchia Maria SS. del Carmine di Castellammare di Stabia, le comunità della Campania di Fede e Luce (Amici, Genitori e Ragazzi) hanno incontrato le famiglie e gli amici della nostra Diocesi, al fine di far conoscere il proprio carisma e favorire la nascita di una comunità anche da noi.
L’incontro, organizzato con il sostegno del Servizio per la Pastorale della salute, è stato animato dal vicecoordinatore della Campania Antonio Piscitelli e dal vicecoordinatore alla Missionarietà Gianni Guerra.
Per una presentazione più incisiva del loro Movimento, i responsabili di Fede e luce hanno scelto di far vivere anche a quanti si avvicinavano per la prima volta, a questa realtà, una loro giornata mensile d’incontro. Molto coinvolgente è stato il giro di presentazione, durante il quale ogni partecipante, vecchio e nuovo, ha raccontato qualcosa di sé e della propria esperienza di fede. Ugualmente è stato molto apprezzato il ‘mimo’, con il quale è stata raccontata la nascita di Fede e Luce. Il tutto è stato vissuto in un clima di semplicità e di fraternità.
Antonio Piscitelli e Gianni Guerra hanno aiutato ad entrare pienamente nella realtà del loro Movimento.
Fede e Luce è un movimento internazionale di comunità di incontro, riconosciuto dalla CEI dal 2014. Una comunità Fede e Luce raggruppa: bambini, adolescenti o adulti con fragilità intellettive; le loro famiglie e i loro amici; che si riuniscono almeno una o due volte al mese per un incontro:
- di amicizia e condivisione
- di festa
- di celebrazione e preghiera
Tra un incontro e l’altro i membri della comunità continuano a tessere legami personali ritrovandosi anche per un fine settimana, un campo estivo o un pellegrinaggio.
Alla persona resa fragile da handicap mentale Fede e Luce rivela che essa è chiamata a donare tutte le ricchezze del suo cuore, la sua tenerezza e la sua fedeltà.
Ai genitori Fede e Luce dà un sostegno nelle loro difficoltà, li aiuta a cogliere la bellezza interiore del loro figlio e la sua vocazione originale.
Agli amici Fede e Luce offre un cammino di amicizia con le persone con handicap e di impegno nei loro confronti, ciascuno scopre nell’altro la presenza di Dio. Spesso emarginate, le persone con handicap hanno un valore unico, sacro. Amate da Dio, esse rivelano in modo particolare i valori del cuore e dell’amore che mancano tanto al nostro mondo.
A conclusione dell’incontro, il Dott. Piscitelli ha manifestato l’augurio che il piccolo seme piantato, possa crescere e mettere frutti.
di Gianfranco Cavallaro
Il Racconto di Rosita
La mia esperienza in Fede e Luce
Fede e luce fa parte della mia vita da più di 30 anni, sono entrata nel movimento da giovane universitaria con entusiasmo e gioia di stare con persone con fragilità intellettiva; ho imparato con loro a condividere tempi e spazi, imparato a saper essere paziente e ad amare la lentezza di ciascuno come valore e risorsa. Ho sempre fatto tanti tipi di volontariato ma con fede e luce ho scoperto il dono dell’amicizia aldilà della prestazione volontaria.
Con fede e luce ho messo al primo posto la relazione umana, ho iniziato ad aspettare gli incontri della comunità per raccontarmi e ascoltare gli amici più o meno fragili esattamente come me.
La mia comunità è il luogo dell’amicizia, il luogo dello stare insieme così come si è, senza maschere e costruzioni: non devi sembrare, non devi saper fare ma devi saper essere con, saper stare accanto nella semplicità della relazione. Tutto quello che facciamo nelle comunità di fede e luce è camminare insieme al passo del più lento, ogni attività dall’ accoglienza, allo scambio, dalla preghiera passando per la festa è un modo per creare legami umani tra i presenti.
Con il tempo il mio movimento è diventato il mio stile di vita, nella mia famiglia, con i miei figli, negli ambienti che frequento io guardo con gli occhi di fede e luce, convinta che ciascuno è portatore del proprio valore, che tutti coloro che incontriamo meritano di essere ascoltati e sostenuti nella loro unicità.
Sono entrata in questa realtà per stare con i miei amici fragili, convinta che loro avessero più bisogno della mia amicizia, per accorgermi nel tempo, che erano i miei amici con fragilità intellettiva i custodi fedeli della nostra amicizia e che i più bisognosi di relazioni amicali il più delle volte, erano proprio i loro familiari: genitori, fratelli, sorelle e parenti che con fede e luce hanno avuto modo di poter essere ascoltati, di poter parlare tra loro e sostenersi, scambiarsi notizie e creare nuove realtà slegate dal movimento.
Spesso mi viene chiesto “cosa fate a fede e luce?” difficile dare risposta, a volte dico: assolutamente niente! Siamo tra di noi “amici inutili” , cioè non abbiamo nessuna convenienza nello stare insieme, nessun risultato, nessuna meta, nessun obiettivo se non quello di condividere le nostre fragilità e guardarci come amici preziosi l’un per l’altro come ci ha insegnato Gesù.
Poi dico anche “Vieni e vedi!”
di Rosita Daddato