Curare e prendersi cura è la missione, l’azione, lo stile a cui sono chiamati coloro che operano e, possiamo anche dire, “abitano” nei mondi della salute e delle fragilità. Ed è questo il tema generale a cui si ispira il percorso di formazione, proposto per quest’anno, dal nostro Servizio Diocesano per la Pastorale della salute, pensato proprio per accompagnare in questo loro impegno, le tante figure che vi sono coinvolte: dai ministri straordinari, ai volontari Caritas, dai gruppi consolazione agli operatori sanitari…
Si tratta di un accompagnamento essenzialmente spirituale, comunque congiunto anche ad aspetti etici, socio-sanitari e psicologici.
Per il primo incontro, svolto il 12 Dicembre, avevamo chiesto a Mons. Alfano, di offrirci una riflessione su Gv.3,16 “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”. Nel suo intervento, Don Franco, ha ritenuto opportuno inquadrare il versetto indicato, considerandolo nell’insieme dei vv.1 – 21 del capitolo 3 del vangelo di San Giovanni. La sua bella e coinvolgente “lettura” del brano evangelico, ci ha fornito spunti interessanti, a partire dalla figura di Nicodemo: Questi, pur essendo un fariseo e un maestro, porta nel cuore tante domande e inquietudini, a cui non sa dare risposta; ed è questo che lo spinge a cercare Gesù.
Il Signore attende Nicodemo e Lui, che è la Parola, lo accoglie, ma soprattutto lo ascolta. Per trovare Dio, più che vedere, abbiamo bisogno di ascoltare.
E Nicodemo è pronto a farsi toccare dalla Parola. Don Franco ha sottolineato che il testo originale parla propriamente di nascere , non di rinascere! Nascere dall’alto significa lasciare che Dio operi in noi, cambiandoci nella profondità del nostro essere e stravolgendo i nostri piani.
La notte in cui si muove Nicodemo è il senso di vuoto, la desolazione, le guerre, le malattie fisiche e mentali. Ed è questa la situazione che sperimentiamo anche noi oggi.
In questa notte Dio dona al mondo suo Figlio per ognuno di noi. In questi mesi invernali dove il buio ci circonda noi celebriamo il Natale: la luce che rischiara le tenebre.
Nicodemo tornerà da Gesù in un’altra notte: nel Sinedrio e nel togliere Gesù dalla croce, per la sepoltura. Egli ha capito il signore e lo ha scelto. Anche noi siamo invitati a diventare come lui: Nicodemo siamo noi.
Il vescovo, proseguendo, ha insistito sulla necessità di porci in ascolto del Vangelo, per entrare in relazione con Gesù e con il Padre. Non basta la conoscenza e la comprensione superficiale del Vangelo, occorre l’intimo desiderio di cercare Dio.
La testimonianza di vita di Gesù è il sacrificio d’amore più grande per elevare ogni uomo, condurlo alla salvezza e vivere già in terra la vita eterna, la comunione totale con Dio Padre.
Nel nostro agire dobbiamo operare con il dito di Dio rifuggendo da qualsivoglia autoreferenzialità.
Mons. Alfano ha ribadito che la vocazione di ogni autentico cristiano è quella di mettersi a disposizione di Dio e al servizio del dono di Dio negli altri. Nessuno da solo può, ognuno può attraverso l’altro. Questo il suo stile, la sua forma, la sua via, A questo suo agire, dobbiamo avvicinarci con umiltà, disponibilità, dedizione, abnegazione, totale donazione e in armoniosa unità cristiana.
A conclusione dell’incontro, G. Cavallaro nel ringraziare Don franco per quanto donato, ha ricordato che il prossimo incontro si terrà il 30 Gennaio.
a cura di Gianfranco Cavallaro