“Può essere bello, ma non è certo facile farsi pane.
Significa che non puoi più vivere per te, ma per gli altri.
Significa che devi essere disponibile, a tempo pieno.
Significa che devi avere pazienza e mitezza, come il pane
che si lascia impastare, cuocere e spezzare.
Significa che devi essere umile, come il pane,
che non figura nella lista delle specialità;
ma è sempre lì per accompagnare.
Significa che devi coltivare la tenerezza e la bontà,
perché così è il pane, tenero e buono” (E. P.)
Durante questo momento di preghiera abbiamo chiesto il dono di “essere dono”, la capacità di incarnare in noi ciò che Gesù ha fatto, di diventare come Lui pane per la fame dei fratelli con atti di amore gratuito e incondizionato, senza esitare, senza aspettare il modo o il momento più opportuno ma “qui e ora”. Abbiamo chiesto la capacità di fare della nostra vita un’eucaristia perché, le parole di Gesù: “Prendete questo è il MIO corpo”, che durante la messa ripetiamo insieme al sacerdote possiamo concretizzarle in ogni attimo della nostra vita.
Don Salvatore Coppola