Ogni anno la Giornata Mondiale del Malato è anche l’occasione per riflettere su salute e malattia: ma come parlare di questi temi con i bambini? La salute quando c’è, passa inosservata, proprio come l’aria, che solo se manca o è cattiva, si fa notare.
Allo stesso modo, un bambino non percepisce la sua salute come presenza di qualcosa di buono, ma sicuramente ha fatto esperienza di piccoli momenti in cui la salute non c’era: un episodio febbrile, un mal di pancia…
Ascoltiamo i loro racconti. Ci aiutano a parlare di fragilità, e del bisogno di non sentirci soli. Perché, quando siamo ammalati, non ci basta la medicina che ci prescrive il pediatra: ci vuole la mamma vicino, seduta sul nostro lettino, e la sua presenza è la prima cura per i più piccoli.
Parliamo di salute con i fanciulli che vengono in parrocchia! Perché parlare di salute è parlare di uomo. Che non è padrone, ma custode, della sua salute e della salute del suo ambiente, che è un bene da proteggere. Educhiamo a stili di vita buona, per crescere bene, sani e consapevoli, e collegando la salute anche alla salvezza.
E questo è compito di una comunità in “salute” che crede che la catechesi è creare mentalità di fede anche sui grandi temi della vita: nascere, morire, stare bene e stare male, sperimentare che nella fragilità c’è un amico che ci è vicino e un Dio che non ci lascia soli, come una mamma.
Quest’anno in sinergia con l’Ufficio Evangelizzazione e Catechesi presentiamo un piccolo sussidio per cominciare a parlare di salute con i fanciulli: “Il cerotto sul cuore”.
È un primo passo, ne seguiranno altri…
di Lucia di Martino