Questo il tema sviluppato da padre Arnaldo Pangrazzi nell’ incontro con i Ministri straordinari della Comunione: ad Alberi, presso la casa di spiritualità Armida Barelli, per le zone pastorali 1 e 2, ed a Scanzano, presso l’ex Seminario Diocesano, per le zone 3 e 4. Incontro che nasce dalla collaborazione tra l’Ufficio Liturgia e Ministeri e il Servizio di Pastorale della Salute: insieme si può non è solo uno slogan, da tirare fuori al momento opportuno, ma un’esperienza di fiducia reciproca, di passi condivisi, di servizio per gli operatori della nostra Diocesi, che nell’anno giubilare della misericordia vuole privilegiare la cura delle relazioni, mandato e profezia di una Chiesa in uscita .
I Ministri straordinari della Comunione: enorme serbatoio di umanità e speranza, che insieme all’Eucaristia portano sorrisi, asciugano lacrime, offrono conforto, alleviano solitudini e accompagnano tante vie crucis di fratelli che soffrono.
La loro presenza, numerose ed attenta, nelle due sere, aperte anche ai volontari ospedalieri ed ai Ministri della consolazione, ci parla di una profonda sensibilità per l’uomo, che nella sua fragilità chiede accoglienza e ascolto, e ci consente di fare le prime riflessioni.
Il convegno Visitare gli infermi, consolare gli afflitti, è stato pensato come momento formativo per i Ministri e per quanti quotidianamente entrano in contatto con il mistero della fragilità umana, ed è un primo passo di un itinerario di approfondimento di tematiche non solo liturgiche ma anche relazionali, perchè visitare la fragilità sia sempre di più un’opera sanante e ricca di frutti.
Don Francesco Iaccarino ha sottolineato in apertura che altri momenti formativi saranno pensati e realizzati, anche partendo dall’ascolto delle esigenze dei Ministri, che sono stati invitati ad esprimersi sulle tematiche della relazione attraverso un questionario consegnato in chiusura.
Padre Arnaldo Pangrazzi, docente presso l’Istituto Internazionale Camillianum di Roma, ci ha accompagnati in un viaggio alla scoperta dell’uomo: chi consola e chi è consolato, chi è sano e chi è malato, chi visita e chi è visitato; sono le due facce della stessa persona e della stessa umanità, che porta in sé fragilità e risorse, e ci parla di un percorso di misericordia sanante, che coinvolge ognuno di noi. Perchè non si può vivere senza soffrire; non si può soffrire senza sperare; non si può sperare senza aprirsi.
Un viaggio, la nostra vita, nella conoscenza e nella fede. Che non ci mette al riparo dal dolore, come ci ha ripetuto il relatore, ma ci offre la via per dargli un senso. La riflessione che ci ha presentato padre Pangrazzi è stata ricca di riferimenti concreti al dolore di oggi (gli anziani, gli esclusi, i malati, le famiglie di chi è affetto da patologie compulsive come il gioco d’azzardo, la depressione, il suicidio, le morti in incidenti sulla strada…) ed ha confermato l’importanza di una relazione di aiuto consapevole e non improvvisata, che sappia essere vicinanza compassionevole, presenza consolatrice, luce che rompe il buio, perchè anche il soffrire diventi luogo di apprendimento della speranza.