Un’ora di preghiera e riflessione ma anche un momento formativo per quanti, quotidianamente, sono a contatto con persone che fanno esperienza di dolore causato dalla perdita di persone care è quella che abbiamo vissuto stamattina. Quando una persona a noi cara lascia il corpo il vuoto che percepiamo è grande, forte, dirompente.
Negazione, rabbia, depressione sono le fasi che vive chi è attraversato dall’esperienza del lutto. Un buon accompagnatore nel processo di elaborazione del lutto deve mettere da parte il proprio desiderio di protagonismo, la propria voglia di apparire e avere un atteggiamento umile e libero cioè deve saper dare spazio al dolore dell’altro con spirito di servizio, scrollandosi di dosso i propri problemi e predisponendosi all’ascolto, un ascolto attivo con cui entrare in simbiosi con gli stati d’animo e il dolore dell’altro; un ascolto che diventa efficace solo se fatto con amore.
Oltre al conforto delle persone, per riuscire ad accettare il lutto e ad accarezzare quella ferita sempre dolorante, sicuramente è necessario attingere alla Parola di Dio e alla liturgia le cui parole danno consolazione e serenità oltre alla certezza che “la vita non è tolta ma trasformata”